domenica 10 gennaio 2016

NEW YORK TIMES: QUEST'ANNO NON PERDETEVI SALONICCO

Come ogni anno, anche per il 2016 il New York Times ha stilato la classifica dei posti da non perdere. Come tutte le classifiche, anche questa lascia il tempo che trova: i viaggi sono un’esperienza personale e a volte basta vedere con occhi nuovi il proprio quartiere, scoprire quella cabina telefonica mai notata prima o un dettaglio architettonico di cui non ci eravamo mai accorti, per poter affermare di aver compiuto il giro del mondo – del proprio mondo. Resta comunque il valore dei suggerimenti: il mondo è grande e a volte fare un po’ d’ordine risulta utile. Nella classifica del NYT scopriamo allora che una delle destinazioni imperdibili del 2016 (soprattutto dal punto di vista gastronomico) è Salonicco, la “capitale della Grecia del nord”. Salonicco, l’antica Tessalonica (i greci la chiamano ancora così, Θεσσαλονίκη), forse più di Atene, ci porta in contatto con l’anima della Grecia moderna, profondamente segnata dall’esperienza bizantina, dal dramma dei profughi dell’Asia Minore e dalla vicinanza con i Balcani. Così a Salonicco (505 chilometri da Atene, percorribili in autostrada, ferrovia e aereo) il visitatore potrà scoprire la ricchezza della Macedonia di Filippo e di Alessandro Magno, i capolavori d’arte e architettura della Rinascenza dei Paleologi, i tesori del Museo Bizantino. Ma anche immergersi nella storia e nella cultura dei profughi greci del Ponto e della Cappadocia, che dopo lo scambio di popolazione del 1922 proprio qui trovarono una seconda casa. Retaggio visibile soprattutto nella gastronomia, nelle melodie, nei santuari, che i profughi si sono portati dietro nel disperato tentativo di salvare quanto più era possibile della loro storia e della loro tradizione. Ma Salonicco offre anche la possibilità di esplorare le pieghe di eventi che, sebbene determinanti per la civiltà occidentale, non sempre sono debitamente evidenziati. Qui fu fondata una delle prime comunità cristiane su suolo europeo (ricordiamo le Epistole di san Paolo ai Tessalonicesi), qui nacquero Nazim Hikmet e Kemal Atatürk (la sua casa natale ospita oggi il consolato turco), e qui fiorì la comunità ebraica dei Sefarditi, scacciati nel 1492 dalla Spagna di Ferdinando e Isabella. Per gli ebrei di tutto il mondo Salonicco è la Gerusalemme dei Balcani, meta incessante di pellegrinaggio, anche se l’occupazione nazista ha purtroppo decimato la presenza di questa antichissima comunità. Da notare infine che nella cosmopolita, multiculturale Salonicco hanno lavorato numerosi architetti stranieri. Tra questi si ricordano anche due italiani, Vitaliano Poselli e Pietro Arrigoni, le cui creazioni sono ancora oggi visibili nel tessuto urbanistico della città, che resta, a detta dei greci stessi, una delle più belle del Paese.

Ed ecco le parole dell’articolista del NYT in merito a Salonicco:

Greece’s second-largest city is first in food.
The young professionals of this northern Greek city have faced the country’s high levels of unemployment in an unusual way: They opened restaurants that put a modern twist on traditional Greek, Slavic and Ottoman flavors. Among them is Sebrico, run by a collective of amateur chefs who focus on local ingredients served at bargain prices. The team at Roots experiments joyfully with vegetarian cuisine — unusual in meat-loving Greece. Estrella, one of the city’s many stylish new cafes, reinvents traditional pastries, filling croissants with orange-scented cream. Encouraged by a vibrant student population and a visionary mayor, Greece’s second-largest city has become a capital of cheap eats.

Nella foto particolare della decorazione musiva della Rotonda (o Mausoleo di Galerio), riaperta al pubblico lo scorso mese di dicembre.

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