venerdì 29 gennaio 2016

NIKOS SKALKOTAS: DODECAFONIA E TRADIZIONE

Il compositore Nikos Skalkotas nacque a Calcide (Eubea) l'otto marzo 1904. Originario di una famiglia di musicisti, nel 1918 si diplomò in violino al Conservatorio di Atene. Nel 1921 grazie a una borsa di studio si trasferì a Berlino per approfondire le sue conoscenze musicali. In Germania divenne discepolo del musicista di avanguardia Arnold Schönberg, che ebbe modo di stimare il talento di Skalkotas. Il periodo berlinese fu assai fecondo per Skalkotas, che compose oltre 70 opere, quasi tutte perdute. Per lo più si trattava di composizioni nel solco della musica dodecafonica, assunta tuttavia in modo personale e originale. Nel 1933, nel mezzo di una profonda crisi personale e artistica, e seguendo le orme del suo maestro, che emigrò negli USA per scampare alla Germania nazista, fece ritorno in Grecia, dove tuttavia non trovò l'accoglienza sperata. I circoli musicali ateniesi, all'epoca, erano dominati da personalità del calibro di Manolis Kalomiris e Dimitris Mitropoulos, che nella persona di Skalkotas videro un temibile rivale. Riuscì tuttavia a essere assunto come violinista al Teatro Lirico di Atene e, forse per reagire alle frustrazioni professionali, cominciò un febbrile lavoro di composizione, che si concluse nel 1945. Al termine di questo decennio oltre 100 opere erano state composte, in uno stile del tutto personale. Skalkotas morì nel 1949, a soli 45 anni. Da allora ha avuto inizio la riscoperta dell'artista, grazie ai suoi amici e ammiratori, riuniti nella Società degli amici di Skalkotas, che si sono assunti il compito di diffonderne le oltre 170 opere rimaste, la gran parte delle quali composte in un sistema dodecafonico rivisitato in chiave personale. La parte restante della sua opera consiste in composizioni più semplici e ariose. Tra queste spicca il ciclo delle "36 Danze Greche per Orchestra" in cui elementi della musica greca popolare vengono riproposti alla luce delle avanguardie musicali della prima metà del Novecento (in modo analogo, i poeti della Generazione degli anni Trenta riscoprirono la "verità greca" alla luce della poetica surrealista). Skalkotas è oggi un compositore molto apprezzato anche all'estero: i solisti dell'Orchestra Filarmonica di Torino, per esempio, ne hanno proposto le Danze greche nell'ambito dell'Expo di Milano, nel giugno del 2016. Il video che apre questo post propone appunto una delle danze greche, lo tsamikos.

mercoledì 20 gennaio 2016

SCHLIEMANN: L'EPOPEA DEL PADRE DELL'ARCHEOLOGIA

L’epopea di Heinrich Schliemann è a tutti nota. Nato nel 1822 in Germania e morto a Napoli nel 1890, sin da bambino, leggendo i poemi omerici, concepì l’idea di riportare alla luce la mitica Troia e dunque di confermare, per via archeologica, il racconto di Omero. Tutta la sua vita e i profitti derivanti dalla sua attività di mercante, furono spesi per la realizzazione di questo sogno che ad alcuni sembrava una semplice follia. Sebbene in Germania i dotti dell’epoca gli riservassero molta diffidenza (al contrario di quanto accadeva nel mondo anglosassone) è proprio il Neues Museum di Berlino che ha deciso di dedicargli una mostra per il 125esimo anniversario dalla morte. Nella mostra, dal titolo “Tod in Neapel” (aperta fino al 30 giugno 2016), sono esposti numerosi reperti provenienti soprattutto dalla Grecia, oltre che rari documenti di archivio. In Grecia Schliemann fu attivo soprattutto a Micene, ove scoprì le vestigia della civiltà micenea. La cosiddetta maschera di Agamennone, conservata oggi al Museo archeologico di Atene, è uno dei reperti archeologici più famosi del mondo. Compì anche scavi a Itaca, dove credette di scoprire il “palazzo di Odisseo”, e incaricò l'architetto tedesco Ernst Ziller di realizzare per lui una lussuosa residenza nel centro di Atene, il "Palazzo d'Ilio" (Iliou Melathron), che oggi ospita il Museo Numismatico (v. foto). Schliemann si inserì pienamente nella società greca del tempo contraendo matrimonio, nel 1869, con Sofia Engastromenou. La coppia ebbe due figli, Andromaca e Agamennone. La primogenita fu moglie di Leon Μ. Melàs, rampollo della nobile famiglia dei Melàs, e celebre uomo politico della fine dell’Ottocento, amico, tra l’altro, di Konstantinos Kavafis. Alberto Savinio, il fratello di Giorgio de Chirico, che ad Atene nacque, non nutriva particolare stima per Agamennone, che era suo vicino di casa: la casa natale di Andrea de Chirico, infatti, sorgeva proprio di fronte al Palazzo d’Ilio e accanto ai maneggi reali, laddove oggi si trova il complesso CityLink (realizzato alla fine degli anni Venti). Le spoglie di Schliemann sono oggi conservate al cimitero monumentale di Atene, dove furono traslate dopo la sua morte in Italia.




domenica 17 gennaio 2016

UN MUSEO INTERATTIVO DEDICATO A PLATONE

Ad Atene hanno vissuto e insegnato alcune delle massime menti filosofiche dell'umanità. Socrate, Platone, Aristotele, e poi i Cinici, gli Epicurei, gli Stoici hanno trasformato Atene nella "Scuola dell'Ellade" ma anche in un luogo ricchissimo di memorie, che ancor oggi affiorano, a volte, nella odierna toponomastica. Un quartiere dell'Atene di oggi, per esempio, prende il nome dall'Accademia, il ginnasio in cui Platone fondò la sua scuola filosofica. Da qualche tempo l'Accademia di Platone, situata ai margini degli itinerari turistici ufficiali della capitale, conosce una nuova stagione di vitalità grazie alla Fondazione della grecità della diaspora (Ίδρυμα Μείζονος Ελληνισμού), che ha finanziato e progettato il Museo interattivo dedicato al grande pensatore, e al Comune di Atene, che ne ha promosso la realizzazione. Aperto tutti i giorni dalle 9 del mattino alle 4 del pomeriggio (lunedì riposo), il Museo illustra, mediante l'impiego di sofisticati software, la personalità e la dottrina di Platone, ma anche la storia del quartiere della moderna Atene che ospita l'area archeologica dell'Accademia. Nella prima sala il visitatore fa conoscenza con la personalità storica di Platone e con l'area archeologica. La seconda sala è dedicata all'opera e al metodo filosofico di Platone, di cui viene messa in luce l'attualità del pensiero e della dottrina. Nella terza sala, infine, il visitatore potrà scoprire in che modo il platonismo ha influenzato fino a oggi la cultura occidentale (e non solo). Di particolare impatto è la rappresentazione del celebre "mito della caverna", che il visitatore è invitato a vivere in prima persona. Al termine, scoperto il mondo di ombre della realtà immanente, il visitatore è pronto a uscire alla luce del sole attico, simbolo della verità e della realtà intelligibile.

Info: www.plato-academy.gr

domenica 10 gennaio 2016

NEW YORK TIMES: QUEST'ANNO NON PERDETEVI SALONICCO

Come ogni anno, anche per il 2016 il New York Times ha stilato la classifica dei posti da non perdere. Come tutte le classifiche, anche questa lascia il tempo che trova: i viaggi sono un’esperienza personale e a volte basta vedere con occhi nuovi il proprio quartiere, scoprire quella cabina telefonica mai notata prima o un dettaglio architettonico di cui non ci eravamo mai accorti, per poter affermare di aver compiuto il giro del mondo – del proprio mondo. Resta comunque il valore dei suggerimenti: il mondo è grande e a volte fare un po’ d’ordine risulta utile. Nella classifica del NYT scopriamo allora che una delle destinazioni imperdibili del 2016 (soprattutto dal punto di vista gastronomico) è Salonicco, la “capitale della Grecia del nord”. Salonicco, l’antica Tessalonica (i greci la chiamano ancora così, Θεσσαλονίκη), forse più di Atene, ci porta in contatto con l’anima della Grecia moderna, profondamente segnata dall’esperienza bizantina, dal dramma dei profughi dell’Asia Minore e dalla vicinanza con i Balcani. Così a Salonicco (505 chilometri da Atene, percorribili in autostrada, ferrovia e aereo) il visitatore potrà scoprire la ricchezza della Macedonia di Filippo e di Alessandro Magno, i capolavori d’arte e architettura della Rinascenza dei Paleologi, i tesori del Museo Bizantino. Ma anche immergersi nella storia e nella cultura dei profughi greci del Ponto e della Cappadocia, che dopo lo scambio di popolazione del 1922 proprio qui trovarono una seconda casa. Retaggio visibile soprattutto nella gastronomia, nelle melodie, nei santuari, che i profughi si sono portati dietro nel disperato tentativo di salvare quanto più era possibile della loro storia e della loro tradizione. Ma Salonicco offre anche la possibilità di esplorare le pieghe di eventi che, sebbene determinanti per la civiltà occidentale, non sempre sono debitamente evidenziati. Qui fu fondata una delle prime comunità cristiane su suolo europeo (ricordiamo le Epistole di san Paolo ai Tessalonicesi), qui nacquero Nazim Hikmet e Kemal Atatürk (la sua casa natale ospita oggi il consolato turco), e qui fiorì la comunità ebraica dei Sefarditi, scacciati nel 1492 dalla Spagna di Ferdinando e Isabella. Per gli ebrei di tutto il mondo Salonicco è la Gerusalemme dei Balcani, meta incessante di pellegrinaggio, anche se l’occupazione nazista ha purtroppo decimato la presenza di questa antichissima comunità. Da notare infine che nella cosmopolita, multiculturale Salonicco hanno lavorato numerosi architetti stranieri. Tra questi si ricordano anche due italiani, Vitaliano Poselli e Pietro Arrigoni, le cui creazioni sono ancora oggi visibili nel tessuto urbanistico della città, che resta, a detta dei greci stessi, una delle più belle del Paese.

Ed ecco le parole dell’articolista del NYT in merito a Salonicco:

Greece’s second-largest city is first in food.
The young professionals of this northern Greek city have faced the country’s high levels of unemployment in an unusual way: They opened restaurants that put a modern twist on traditional Greek, Slavic and Ottoman flavors. Among them is Sebrico, run by a collective of amateur chefs who focus on local ingredients served at bargain prices. The team at Roots experiments joyfully with vegetarian cuisine — unusual in meat-loving Greece. Estrella, one of the city’s many stylish new cafes, reinvents traditional pastries, filling croissants with orange-scented cream. Encouraged by a vibrant student population and a visionary mayor, Greece’s second-largest city has become a capital of cheap eats.

Nella foto particolare della decorazione musiva della Rotonda (o Mausoleo di Galerio), riaperta al pubblico lo scorso mese di dicembre.